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Tra sacralità e tradizione: tornano in Puglia i riti della Settimana Santa

22 Marzo 2022

Tra sacralità e tradizione: tornano in Puglia i riti della Settimana Santa

Dopo due anni di assenza tornano in Puglia i riti della Settimana Santa

 

Gli itinerari pasquali dal Gargano al Salento

 

L’essenza della Puglia emerge anche, o forse soprattutto, nel periodo di Pasqua. Quest’anno, dopo ben due anni di stop causati dalla pandemia, tornano in Puglia i riti della settimana santa. Eventi sacri che animano le strade e riempiono i cuori. 

 

Una tradizione che contraddistingue tutti i comuni pugliesi, ma che in alcuni luoghi rappresenta un momento più caratteristico che in altri. Dal Gargano al Salento, nessun angolo del territorio pugliese resta escluso da questa magia.

 

Partendo dall’alto della regione, ci sono i Canti delle Confraternite di Vico del Gargano e la processione delle “Catene” della città di Troia, così chiamata perché cinque frati incappucciati portano sulle spalle una croce, il cui arrivo è annunciato dal sinistro rumore di catene. Spiccano anche San Marco in Lamis, per cui tipiche sono le “fracchie”, ovvero le torce portate dai confratelli durante le processioni, e Monte Sant’Angelo, il più noto luogo di culto dell’occidente latino.

 

Si procede, poi, con le tradizioni della Puglia imperiale, la cui devozione religiosa è legata a capolavori artistici di origini romaniche. Tra queste Andria, con la reliquia della “Sacra Spina”, Bisceglie, con l’ultimo “Incontro” tra Gesù e sua Madre e Canosa di Puglia, con i Canti struggenti delle donne vestite in nero.

 

Il percorso prosegue nella provincia di Bari, dove spiccano la “Passione Vivente” di Conversano, gli importanti gruppi statuari di Molfetta, Bitonto, Ruvo di Puglia e Valenzano e i “crociferi” di Noicattaro.

 

Densa di emozioni è anche l’atmosfera che si crea nella magna Grecia. In particolare, a Taranto con la processione della “nazzicata”, il movimento del corpo che dondola lentamente da sinistra a destra, a Pulsano con il pellegrinaggio dei “Perduni”, confratelli che avanzano, a coppie e scalzi, in segno di penitenza e a Grottaglie, con il cerimoniale dei “bbubbli bbubbli”, nome con cui sono conosciuti i confratelli del Carmine.

 

Altrettanto pregnante di significato l’itinerario salentino, dove emergono Francavilla Fontana con il pellegrinaggio dei “pappamusci”, che sono i confratelli della chiesa del Carmine, Gallipoli, dove avviene, sul muraglione, l’incontro tra Cristo morto e la Madonna e Botrugno, dove la processione è al femminile.

 

Itinerari fatti di attimi carichi di silenzio ma, soprattutto, di senso.

 

 

 

 

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